Artista / Autore |
Afro, Burri, Capogrossi, Cassinari, Ceroli, Conti, de Pisis, Leoncillo, Maccari, Mafai, Manzù, Marini, Mastroianni, Mattiacci, Morandi, Ontani, Pascali, Paulucci, Perez, Raphaël, Rosai, Romiti, Sadun, Scialoja, Stradone, Tacchi | |||
Titolo |
Il gusto della vita e dellÂ’arte. Lettere a Cesare Brandi | |||
Testi di |
Vittorio Rubiu Brandi | |||
A cura di |
Vittorio Rubiu Brandi | |||
Descrizione |
Il volume, a cura di Vittorio Rubiu Brandi, propone oltre trecento lettere inedite di artisti italiani a Cesare Brandi (Afro, Burri, Capogrossi, Cassinari, Ceroli, Conti, de Pisis, Leoncillo, Maccari, Mafai, Manzù, Marini, Mastroianni, Mattiacci, Morandi, Ontani, Pascali, Paulucci, Perez, Raphaël, Rosai, Romiti, Sadun, Scialoja, Stradone, Tacchi) durante un arco di tempo che va dal 1932 al 1983. Da questo carteggio viene fuori uno spaccato della vita artistica italiana lucido e vivace dove è evidente il dibattito storico-critico ma anche una inconsueta lettura di questi artisti che ci appaiono sotto una luce diversa più autentica, più intima e familiare. Cesare Brandi, storico dell’arte, critico e scrittore (1906-1988) è il destinatario di questo carteggio, infatti solo poco più di una decina sono le lettere che recano la firma di Brandi stesso. Gli artisti che gli scrivono sono di differenti generazioni, da Morandi a Pascali, da de Pisis a Mattiacci, e questo fa capire come Brandi fosse un punto di riferimento per le molti degli artisti coevi che hanno visto in lui un punto di riferimento, ne hanno accettato le provocazioni, la severità, le scelte etiche… Come suggerisce Lucia Fornari Schianchi nell’introduzione, il volume nasce dalla «scelta condivisa di proporre e attivare una conversazione a più voci attraverso lettere assolutamente inedite, facendola emergere da un archivio, che l’aveva mantenuta silente ormai da molti anni e di farlo nel nome di Cesare Brandi e dei suoi amici ridisegnando una geografia degli eventi, delle città e dei borghi, che ne hanno accolto le vite e le imprese, rivedendo i loro atelier, ricostruendo gli incontri a latere e facendone riemergere i pensieri ci paiono una premessa e un metodo da non abbandonare. Anzi è questo il ripristino di una memoria vera, spontanea, libera prima per quel sommarsi lieve nei cassetti di casa o di uno studio caotico e affollato e per riaffiorare, poi, senza nulla togliere a ogni osservazione, sul tavolo di lavoro di chi, nel tempo, vorrà ricostruire con la completezza e profondità dovute al Novecento dell’arte e della cultura. Ognuno dei referenti è stato a suo modo protagonista di quell’epoca e di quel mondo: il nostro lavoro vuole integrare e affiancarsi a molti altri dello stesso o diverso taglio, sperando che gli archivi ancora chiusi si aprano per restituire al secolo scorso la sua complessiva vitalità». | |||
Lingua |
Italiano | |||
Anno Formato N. pag. |
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ISBN Prezzo |
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